Skip to main content

V Rassegna di Musica Jazz

Il successo della quinta edizione del festival lo si dovette all’impegno dell’Associazione e in primis al suo presidente, Leonardo Biondi, il quale ogni anno devolveva alla bisogna una decina di chili del proprio peso corporeo. Le mani in tasca per contribuire ce le mise anche il Comune di Volterra; la locale Cassa di Risparmio; l’Amministrazione Provinciale di Pisa; il Consorzio Turistico Volterra Val di Cecina e la «Teseco per l’Arte»… fra gli altri.

Quell’anno il pubblico numeroso, e soprattutto sempre competente, seguì una parata di deliziosi incanti afroamericani dominati dal pianoforte. Cominciarono con la «first lady» Rita Marcotulli. Un Jazz squisito, un sogno inseguito sulle ali di una farfalla, volage e perlage come un buon flùte di champagne.

Poi fu la volta di Giorgio Gaslini e osservare che Gaslini dette un gran bel concerto è come chiacchierare di nebbia in Val Padana. Non a caso l’insigne pianista sorprese con un inaudito omaggio a George Gershwin; una pièce intelligente e deliziosa e provocatoria che scompaginava tutti i luoghi comuni sul grande autore, fino a «scoprire» le nuove songs più saccheggiate.

Forte fu il Quartetto del giovane prodigio Stefano Battaglia – decisivi Paolino Dalla Porta, Mirko Guerrini, Paolo Corsi. Calamitò grandi applausi in virtù di uno splendido melange fra scrittura colta, reminascenze popolaresche, libertà improvvisativa del Jazz.

La rassegna di quel Volterra Jazz, come già accennato, fu dedicata all’afroamericana e l’appuntamento che più degli altri sfruttò la spregiudicata libertà formale della musica afroamericana fu «L’Orchestra del Titanic», creazione dovuta al fresco, multiforme talento di Stefano Bollani.

Il giovane pianista, ancora adolescente, si dislocava fra le più fortunate scintille scaturite dalla fucina del nostro Jazz nell’ultima decina d’anni. L’orchestra, che poi fu un Quintetto, venne fondata in tempi non sospetti, ovvero quando la tragica vicenda dello scarognato transatlantico non era finita nelle fauci voraci del business e trasformata in fotoromanzo miliardario, e Di Caprio non estorceva ancora gridolini e sospiri e pruriti a milioni di sbarbine. Non intendeva insomma sfruttare un marchio di successo. Il nome in ditta piuttosto indicava tutto il bizzarro estro, la fantasia perennemente accesa dell’artista, l’ironia, l’eclettismo spigliato, l’assenza di pregiudizi. L’iceberg? Tutte balle. L’orchestra ebbe un’importanza decisiva in tutta la vicenda. Nel suo organico si annidava un potentissimo e cattivissimo suonatore di basso tuba (strumento nell’aspetto molto simile a uno scaldabagno dell’epoca). Costui negli assolo metteva in seria difficoltà la tenuta dei compartimenti stagni, pertanto venne dispensato dal fare musica, con tanto di stipendio pagato. Non contento continuò a suonare proprio per fare colpo su un’ereditiera inglese innamorata del suono del corno da caccia che trasgredisce la consegna del silenzio. Un suono immane che le paratie si sfasciarono. Mentre urlava cupo il mar e i flutti furibondi ingoiavano un millecinquecento persone… i violini piangevano fra le dita… che altro poteva l’orchestra del Titanic se non intrattenerle allietando le danze? Musica un po’ allegra per il morale, ma altresì romantica per accompagnare approcci, avances, flirt, amori al chiaro di luna. Nel più puro Fats Waller, grande pianista dalle mani bucate, almeno il suo umorismo, il suo senso del grottesco: la riscoperta del burlesque che strizzava l’occhio al divertissement, al «frivolo» della cosiddetta musica d’uso. Musica dunque, perché no, da ballo rivisitata dalla vena e dalla verve di chi era in confidenza con le «blue note». Artisti in grado di scioglierne le giunture un po’ irrigidite, elevare il rango degli sberleffi che ne irridevano i paludamenti e il kitsch, picchiettarne il gaio colore la sostanza attraverso un gaio orrore dell’ovvio. Soprintese una genuina voglia di ridere di un gruppo carnevalesco e vagabondo, ma insieme rigoroso come i più sistematici ricercatori di laboratorio, anche nel prendere in giro la storia. Musicisti assai attivi in terra di Toscana: ci fu l’arzilla chitarra di Domenico Caliri (al tempo molto noto nei «Five Electric» di Enrico Rava); il pulsare sanguigno e dolce del basso di Lello Pareti; la puntuale punteggiatura del drummer Walter Paoli. E ci fu soprattutto un Guest Artist irriverente e sbarazzino, imprevedibile e «zinghero» come Antonello Salis, la sua fisarmonica tenera, esuberante, visionaria, che ben si addisse alle atmosfere sonore che tanti anni fa allietavano il popolo del Titanic.

Per lo spettacolo del 3 agosto, un zinzino in ombra fu Enrico Rava: una prestazione stranamente routiniera e burocratica per il «trombonauta» e il suo livello prestigioso.

Entusiasmi viceversa per il grande chitarrista Irio De Paula e il suo «Samba Jazz Quartet».

Gli arrivederci di fine festival furono affidati a Riccardo Tesi e il suo «Septet» con l’apporto del «Modì Ensemble». Si esibirono in: «Un ballo liscio». Fra Gorni Kramer e Primo Casadei, walzer, tanghi, mazurke: una godibilissima infornata di musette all’italiana. Ovvero – osservava Tesi – quel che poteva essere il nostro ballo liscio se non ci avessero messo le mani i musicanti più cialtroni e commerciali.

1998

27 luglio
Piazza dei Priori, ore 21,30
Concerto
con Rita Marcotulli
Palle Danielsonn
Peter Erksine

1 agosto
Piazza dei Priori, ore 21,30
Omaggio a George Gershwin
Giorgio Gaslini

3 agosto
Piazza dei Priori, ore 21,30
Omaggio a Jimmy Van Heusen
Enrico Rava & Emanuele Cisi
con Enrico Rava
Emanuele Cisi
Massimo Bonaccosto
Massimo Manzi

5 agosto
Piazza dei Priori, ore 21,30
Stefano Battaglia Quartet
con Stefano Battaglia
Paolino Dalla Porta
Mirko Guerrini
Paolo Corsi

8 agosto
Piazza dei Priori, ore 21,30
Irio de Paula Samba Jazz Quartet

12 agosto
Piazza dei Priori, ore 21,30
Orchestra del Titanic
Stefano Bollani – Antonello Salis
con Stefano Bollani
Antonello Salis
Domenico Caliri
Lello Pareti
Walter Paoli

15 agosto
Piazza dei Priori, ore 21,30
Un ballo liscio
Riccardo Tesi Sextet & Modi Ensemble
con Riccardo Tesi
Patrick Vaillant
Ettore Bonafé
Piero Leveratto
Gabriele mirabassi
Claudio Carboni
Maurizio Geri
Mario Menicagli
Sergio Rizzelli
Carlo Andrea Malanima
Roberto Presepi


Con il patrocinio di
Provincia di Pisa
Comune di Volterra

In collaborazione con
Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra
Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A.
Consorzio Turistico Volterra
Teseco per l’Arte

Organizzazione
Associazione Volterra Jazz

Direzione Artistica
Associazione Musicale Amedeo Modigliani

Leave a Reply